L’Italia è uno dei primi paesi al mondo per edilizia abusiva e per consumo di suolo. Purtroppo per noi non è un primato di cui andare fieri. Significa che nella nostra nazione troppo spesso si costruisce in aree dove non si dovrebbe e senza il necessario permesso.
Le costruzioni abusive sono un cattivo comportamento ancora molto diffuso e, tutto sommato, accettato dalla società. L’abusivismo non è considerato come un vero reato dal sentimento comune, anche se le conseguenze legate all’edilizia abusiva stanno diventando sempre più pericolose per effetto dei cambiamenti climatici.
Costruzioni abusive: cosa sono.
Le costruzioni abusive sono delle opere edilizie realizzate senza la necessaria autorizzazione. Il fenomeno è ancora molto praticato in Italia, dove molti considerano normale edificare una villetta, scavare una piscina o ampliare un capannone industriale senza richiedere autorizzazioni sul proprio terreno. Eventualmente si potrà accedere successivamente al condono per mettersi in regola.
Si preferisce costruire un nuovo immobile, anche dove non è permesso, piuttosto che dedicarsi alla riqualificazione immobiliare di quanto già esistente. L’atteggiamento dei governi, che si succeduti dagli anni ’50 in poi, è stato molto permissivo nei confronti dell’edilizia abusiva, offrendo molte occasioni a chi aveva realizzato costruzioni selvagge per sanare le situazioni di abuso edilizio.
Nonostante la crisi economica, le costruzioni realizzate abusivamente in Italia sono cresciute secondo i dati Istat dell’ultimo rapporto Bes (benessere equo e sostenibile). Dal 2005 al 2015 l’edilizia abusiva è passata dall’11,9% al 19,7%. Lovisotto Giancarlo è una impresa di costruzioni a Treviso che opera sempre nel rispetto della legge, senza incorrere in opere abusive, ma la situazione è ben diversa nel resto d’Italia. Nel 2015 le costruzioni abusive hanno raggiunto il 47,3% del patrimonio immobiliare al Sud. Mentre nel centro rappresentano il 18,9% del totale degli immobili e al Nord al 6,7%.
Edilizia selvaggia: i rischi per l’ambiente.
L’edilizia selvaggia rappresenta un pericolo per tutti noi. La cementificazione non altera semplicemente la bellezza del paesaggio ma ci rende tutti più vulnerabili nei confronti dell’inquinamento e degli eventi atmosferici, soprattutto di quelli più estremi.
A causa delle costruzioni selvagge scarseggiano i terreni per assorbire e per far defluire l’acqua. Dopo improvvisi e violenti temporali, non siamo più in grado di smaltire l’eccessiva quantità di pioggia e si creano inondazioni. Abitazioni e fabbriche costruite in zone non adatte o troppo vicine alla costa subiscono allagamenti, mettendo a rischio molte vite umane.
L’edilizia selvaggia toglie spazi verdi, dove le piante potrebbero crescere e fare da argine alle frane e agli smottamenti. Inoltre manca il loro prezioso contributo per trasformare l’anidride carbonica in ossigeno e ridurre l’inquinamento.
Per invertire la rotta e impedire il consumo di suolo e altri danni ambientali, va incentivata la riqualificazione immobiliare. Come impresa di costruzioni a Treviso siamo impegnati in molti progetti di ristrutturazione che permettono di creare valore da quanto già abbiamo.
La Cassazione ha detto stop in zone protette.
Una buona notizia arriva almeno per le aree protette. La corte di cassazione ha stabilito che le costruzioni selvagge vanno bloccate, senza ombra di dubbio, nelle zone soggette ad un vincolo paesaggistico, anche se i lavori erano stati regolarmente autorizzati con degli atti amministrativi.
Su un bene protetto è possibile operare solo con modifiche che siano indirizzate a salvaguardarlo e a valorizzarlo. Non potrà mai essere autorizzato un intervento che vada a violare l’integrità del luogo e gli interessi vincolati. Lo stop all’edilizia selvaggia nelle zone protette è dunque netto.
Ma cosa succede invece nel resto del Paese? C’è la possibilità che le costruzioni selvagge vengano abbattute e l’area abusivamente occupata sia riqualificata?
Costruzioni selvagge: le sanzioni.
Sono considerate costruzioni selvagge, e quindi abusive, quelle opere che vengono realizzate senza le necessarie autorizzazioni: il permesso di costruire e la denuncia di inizio attività (DIA). Inoltre rientrano nel reato di edilizia abusiva anche le costruzioni che presentano delle caratteristiche diverse rispetto a quelle indicate nell’autorizzazione.
L’edilizia selvaggia viene punita sia come reato penale sia come reato amministrativo. Penalmente, chi realizza opere di edilizia abusiva incorrere nell’arresto e in una multa che può arrivare fino a 51.645€. La sanzione amministrativa obbliga, invece, a demolire le costruzioni selvagge e ripristinare lo stato dei luoghi preesistente entro 90 giorni. Se però l’abuso edilizio può essere sanato, è possibile evitare la demolizione, pagando in ogni caso la sanzione amministrativa.